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giovedì 2 febbraio 2023
Salone Snaporaz

WABI-SABI
REVA
Komoco, Sosta Palmizi

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La serata si compone di due lavori:

WABI-SABI

di Sofia Nappi
Coreografia: Sofia Nappi
Danzatori: Sofia Nappi, Adriano Popolo Rubbio, Paolo Piancastelli
Costumi: Sofia Nappi
Disegno Luci: Alessandro Caso
Produzione: Sosta Palmizi con komoco / Sofia Nappi
Con il sostegno di New Master Ballet con il comune di Sestri Levante, KOMMTANZ/Passo Nord residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto.
Premi: Menzione Speciale per il Premio Theodor Rawyler 2020

“Wabi-Sabi”, dal giapponese, offre una visione del mondo incentrata sull’accettazione della transitorietà delle cose e sulla ricerca della bellezza nell’ imperfetto, effimero e incompleto delle nostre vite. Wabi-Sabi esplora il nostro viaggio di vita come individui, perlopiù in costante insoddisfazione e in diversi stadi di tormento, e propone una riflessione sulla nostra esistenza.
L’accettazione dell’essenza della nostra natura e della bellezza che si può trovare nell’imperfezione, porta crescita, rinnovamento e gioia.

Wabi-Sabi, coreografia di Sofia Nappi, direttrice artistica e co-fondatrice del progetto “KOMOCO” e vincitrice di prestigiosi premi internazionali con il suo ultimo lavoro “Dodi”, andrà in scena insieme ai suoi collaboratori più stretti Paolo Piancastelli e Adriano Popolo Rubbio.


REVA

coreografia Sofia Nappi con Paolo Piancastelliinterpreti India GuanziniPaolo Piancastellicostumi Sofia Nappiproduzione Associazione Sosta Palmizi con KOMOCO/Sofia Nappicoproduzione TanzLabor – ROXY Ulm con il sostegno di Opus Ballet, DeDa Productions, Teatro Affratellamento.

REVA, dall’Hindi: “Riacquisire forza”, “Pioggia”, pone la domanda: cosa potremmo fare se un domani ci svegliassimo privi di tutto ciò che siamo abituati a dare per scontato durante la vita di tutti i giorni? Attualmente siamo così condizionati dalla nostra interpretazione del passato e dalle aspettative per il futuro, da vivere in una sorta di survival-mode, nel disperato tentativo di trovare un significato alle nostre vite limitate. Se all’improvviso ci ritrovassimo spogliati di tutto, senza nulla da perdere, probabilmente ci ritroveremmo uniti nella danza universale della vita e nell’amore incondizionato del momento presente. È come quando veniamo sorpresi dalla pioggia: si può scegliere di fuggire invano cercando di non bagnarci, oppure scegliere di abbracciarla, immergendoci nel piacere di percepire per la prima volta noi stessi in connessione con l’universo.