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martedì 19 novembre 2024, ore 21
Teatro della Regina

ASPETTANDO RE LEAR
Alessandro Preziosi, Nando Paone

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di Tommaso Mattei
da William Shakespeare

Re Lear Alessandro Preziosi
Gloucester Nando Paone
Kent Roberto Manzi
Cordelia Arianna Primavera
Edgar Valerio Ameli

opere in scena Michelangelo Pistoletto
costumi Città dell’arte/Fashion B.E.S.T
musiche Giacomo Vezzani
supervisione artistica Alessandro Maggi
regia Alessandro Preziosi
coproduzione Pato srl, TSV Teatro Stabile del Veneto, Teatro della Toscana


Alessandro Preziosi torna in tournée nei più importanti teatri italiani con lo spettacolo Aspettando Re Lear, versione contemporanea dell’omonima celebre tragedia scespiriana che si concentra sulle vicende dei personaggi positivi della trama approfondendo con grande attualità il rapporto tra padri e figli scandagliato mirabilmente dalla poesia del Bardo.
La regia con immersiva visionarietà si avvale dell’innovativa presenza nello spazio scenico delle opere del maestro Michelangelo Pistoletto, materiali artistici che rappresentano tutto il percorso del maestro biellese e che si animano magicamente della presenza degli attori definendo la scacchiera onirica e concettuale della messa in scena.
Le musiche originali rinnovando la lunga collaborazione con Giacomo Vezzani seguono con tensione e pathos tutto il percorso della discesa nella follia del patriarca scespiriano e lo sprofondare nell’oblio della cecità della fidata corte alternando ritmi martellanti a struggenti epiche fino al commovente finale.
Alessandro Preziosi è affiancato da Nando Paone nel ruolo di Gloucester e da una compagnia affiatata di interpreti : Arianna Primavera nel ruolo di Cordelia, Roberto Manzi nel ruolo di Kent e Valerio Ameli nel ruolo di Edgar.

LO SPETTACOLO

“Ho immaginato un Re non semplicemente arrivato alla fine dei suoi anni, ad un passo anagraficamente dalla morte, ma piuttosto spinto dalle circostanze e dalla trama a cercare nella maturità, e non nell’età, il tassello conclusivo della propria vita. L’impazienza che accompagna il rocambolesco circolo di eventi in cui Re Lear travolge prima di tutto sé stesso e quindi gli altri, mi ha suggerito di creare uno spazio mentale teatralmente e scenicamente reso materico dalle opere in scena” – Alessandro Preziosi

Aspettando Re Lear è un adattamento da Shakespeare con un evidente richiamo a Aspettando Godot di Samuel Beckett, uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, sulla relazione tra Uomo e Natura e sulla perdita e il ritrovamento dei valori.
Nello spettacolo si parla di follia, di potere che distrugge, di solitudine di caos dentro e fuori, “l’unico ordine possibile” per Michelangelo Pistoletto. E in scena ci sono le opere e i costumi del maestro, costumi iconici realizzati dal collettivo Fashion B.E.S.T. con materiali sostenibili, come anche delle musiche composte da Giacomo Vezzani sono ispirate ad opere dell’artista.
Parlando di questa commistione multidisciplinare tra arte contemporanea e teatro, commenta Alessandro Preziosi in veste di regista: “A teatro ho condiviso la messa in scena dei presupposti del Terzo Paradiso, la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la Natura. L’uomo deve cercare di non essere debitore alla Natura di ciò che indossa: il senso dell’abito, del superfluo, dello stretto necessario sono tematiche di Michelangelo Pistoletto che porto a teatro. L’uomo nella sua nudità trova sé stesso, e così anche noi attori durante lo spettacolo veniamo privati dei vestiti, per farci vedere per quello che siamo
L’adattamento di Tommaso Mattei, si concentra sul momento chiave della tragedia shakespeariana, rappresentato dalla tempesta che colpisce il re proprio mentre vaga alla mercè degli eventi atmosferici dopo disastro combinato con ognuna delle “amate” figlie.
Lear, accompagnato dal conte di Kent, sotto le mentite spoglie del servo Caio, e dal fedele Fool, a sua volta “interpretato” con arguzia della figlia Cordelia amorevolmente impegnata a farlo rinsavire, sembra assistere inerme allo sconvolgimento dell’ordine naturale fino all’inaspettato finale. Re Lear è la metafora della condizione umana: caduta e creazione. Ama solo sé stesso, la mancanza d’amore l’ha portato alla follia e alla solitudine; vaga in una landa di nulla con cui il sovrano senza più corona dovrà fare i conti. È come se Re Lear prevedesse l’inevitabile nulla che ci attende come risultato del fatiscente ordine permanente, proprio come Aspettando Godot ci rivela quel che accade “dopo che il vecchio cade”.
A pagare le conseguenze della “cecità” dei padri, dovranno essere i figli?