Caricamento Eventi
Questo evento è passato.

martedì 19 dicembre 2023, ore 21
Salone Snaporaz

È COSÌ CHE TUTTO COMINICIA
Mariangela Granelli e Fabrizio Montecchi

Acquista

Un progetto di e con Mariangela Granelli e Fabrizio Montecchi
da Le regole del saper vivere nella società moderna di Jean-Luc Lagarce
con Mariangela Granelli e Fabrizio Montecchi
regia e scene Fabrizio Montecchi
figure e sagome Nicoletta Garioni
musiche Marcel Dupré, César Franck, Franz Liszt, Max Roger
luci Anna Adorno / Cesare Lavezzoli
realizzazione scene Giovanni Mutti
produzione Teatro Gioco Vita e Lac Lugano Arte e Cultura


È così che tutto comincia è un nuovo progetto produttivo a partire dal testo di Jean-Luc Lagarce Le regole del saper vivere nella società moderna che va a consolidare la collaborazione tra LAC Lugano Arte e Cultura e Teatro Gioco Vita sancita da un Protocollo d’intesa per il triennio 2022-2024. Collaborazione avviata nel 2022 con l’opera lirica Traviata realizzata da LAC e Orchestra della Svizzera Italiana, con la regia di Carmelo Rifici e gli interventi d’ombre di Teatro Gioco Vita curati da Fabrizio Montecchi e Nicoletta Garioni.
Al centro dello spettacolo l’attrice Mariangela Granelli, Premio ANCT 2020 come miglior attrice, che ha già al suo attivo diverse collaborazioni sia con LAC sia con Teatro Gioco Vita.

Nascere, non è complicato. Morire, è molto facile. Vivere, tra questi due avvenimenti, non è necessariamente impossibile. Non c’è che da seguire le regole e applicarne i principi. È sufficiente sapere che in tutte le circostanze, esiste una soluzione, un modo di reagire e di comportarsi, poiché la vita non è che una lunga sequenza d’infimi problemi dei quali ciascuno deve conoscere una risposta.
Così lo stesso Lagarce presenta Le regole del saper vivere nella società moderna, un cinico e allo stesso tempo esilarante manuale di comportamento che, nel 2012, è stato l’oggetto di un primo studio drammaturgico compiuto da Mariangela Granelli e Fabrizio Montecchi. Ora, quello studio rivisto e adattato per spazi teatrali, diventa uno spettacolo che sarà proposto a partire da ottobre 2023.

Alcune note
Fin dalla prima lettura il testo di Lagarce ci ha suggerito due idee sulle quali abbiamo costruito tutto il lavoro successivo. La prima era sull’impostazione da dare alla messa in scena … abbiamo subito visto la scena come un’aula, il pubblico come studenti di un corso serale di Regole del saper vivere nella società moderna, Madame come una professoressa arcigna e inflessibile, assistita da un bidello – servo di scena tuttofare. Non si è a teatro ma in classe: non si è lì per assistere ma per studiare e, possibilmente, imparare codici, convenzioni, etichette, rituali…
La seconda era sull’interpretazione da dare al testo stesso … abbiamo subito deciso di far emergere con evidenza ciò che nel testo di Lagarce è presente ma in forma latente: le Regole sono a tutela di una società, di una casta, mai dell’individuo, che si trova spesso vittima di questo sistema di rigide norme e prescrizioni. Per fare questo abbiamo attribuito, senza aggiungere nulla al testo originale, un vissuto a Madame e lo abbiamo fatto interagire con il ferreo manuale di cui lei è la severa interprete.
Il collasso tra riti collettivi e vissuti individuali è diventato subito evidente.
Dietro queste due prime, immediate intuizioni, erano però nascoste anche tutte le insidie di un testo complesso, ridondante e, a momenti, labirintico; dal linguaggio solo apparentemente manualistico ma in realtà molto raffinato. Un testo che, con le sue forzate ripetizioni, i continui cambi di tempi verbali e le ellissi di senso, risultava a tratti difficile da interpretare e ostico da seguire.
Il nostro sforzo è stato allora quello di alleggerire il testo operando tagli mirati e di scandirne con estrema chiarezza i passaggi, introducendo didascalie video proiettate in forma di slides.
Abbiamo inoltre cercato di dare corpo scenico a quelle figure che nel testo ritornano in maniera ossessiva: il nascituro, il padre, la madre, il padrino, la madrina, etc. e toglierle così al potere esclusivo, e a volte astratto, della parola. Questo secondo “bisogno drammaturgico” lo abbiamo risolto sulla scena sia attraverso il teatro d’ombre sia attraverso il coinvolgimento diretto di parte del pubblico. Da una parte “l’altrove” temporale e spaziale, nonostante il riferimento alla contemporaneità sia evidente, delle ombre e delle sagome, che danno universalità alle figure indicate nel testo; dall’altra invece, il “qui e ora” dei corpi e dei volti imprestati dal pubblico, che di quelle stesse figure diventano l’incarnazione concreta.
Il gioco scenico si articola dunque su differenti piani che continuamente s’intrecciano e integrano creando variazioni che, ci auguriamo, facilitino la comprensione ed esaltino il portato comico e grottesco del testo. – Fabrizio Montecchi